di SebMcKinnon |
argentate, il ronzio dell’angoscia;
abbraccia, stringe, soffoca
una catena strozza le braccia,
i sussurri sono cemento sulle spalle,
la bocca fatica a parlare.
La fame dei sensi è il respiro
della paura;
tutto è muto, nero, privo di sostanza,
si deforma, si contorce la melodia
della paranoia;
muta, è mutato,
ciò che prima era è già stato;
evolve, cresce e si gonfia
come un tumore, sotto la pelle,
nascosta nella carne,
divora, dilania e diletta
il proprio ego mutaforma.
E cade! Con un tonfo, tuonante come
il tamburo della tempesta;
giace in silenzio, assopita in attesa,
la lupa nella caverna
con le zanne tinte di rosso.
Storia della poesia:
in realtà non credo di spiegare il tema principale della poesia. Il mio scopo era quello di provare a descrivere le sensazioni che sono date dalla paura di qualcosa che non si conosce e che potrebbe colpirti in un qualsiasi momento. Ammetto che la protagonista della poesia non è la semplice paura della malattia ma la Paura (che in realtà sarebbe l'angoscia) ... tuttavia ... non so se sono riuscito a descrivere questo oscuro sentimento in modo accurato. Sta al lettore decidere, giusto?
L'unica cosa che dico è che in questi momenti è importante non lasciarsi influenzare dall'angoscia, comprendo la paura di ciò che non si conosce, ma bisogna cercare di affidarsi alla razionalità il più possibile; non limitare le proprie emozioni ma affrontare le cose con un minimo di maturità. Tutto qui.