la mia melodia è morta,
la mia musica è sparita.
Apro e chiudo il becco
parlo, canto, urlo
ma nessun mi ode.
Le ali son pesanti,
le piume di fango,
annego gridando in silenzio.
Di me diranno:
"Qualcuno è morto".
Storia della poesia:
questa poesia risale al 18 gennaio 2020, la scrissi pensando a tutte quelle persone che soffrono e che non riescono a raggiungere i loro obbiettivi per ragioni di cui non hanno il controllo. Queste persone chiedono aiuto ma non possono essere udite (o semplicemente vengono ignorate) e così rimangono anonimi che semplicemente spariscono. Nessuno si ricorderà di loro e nessuno si preoccuperà della loro scomparsa.
Spesso ignoriamo le persone che stanno male, spesso ignoriamo quelli che soffrono e preferiamo sigillare i nostri "castelli" e restare da soli occupandoci solo della nostra felicità, spalando intanto merda su chi non riesce a farcela.
Non voglio fare la predica e non sto dicendo che dobbiamo essere dei Santi, nessuno lo è e nessuno lo può essere (come diceva Kant) ma essere altruisti, preoccuparsi di ascoltare i problemi degli altri e mostrare empatia non è una cosa sbagliata, anzi, in questo mondo così freddo e meccanico è un gesto più che di umanità, di intelligenza.